Ondarock - by Michele Saran
Luca Mauri, attuale chitarrista degli I/O e polistrumentista dei Two Dead Bodies, già batterista dei Kokoro Mayikibo e detentore dei progetti personali a nome 00 e Looke, è giunto pienamente alla carriera solista con il suo album di debutto, “Between Love And Hate”, per chitarra, piatti e editing digitale.
Fiore all’occhiello di questa opera prima sono i due mantra “Decline Of a Beautiful Face” e “A Quiet Storm”. “Decline” (12 minuti) è un deliquio sofferto Tim Buckley-iano che si fa dissonante a poco a poco via contrappunti, rimbombi e feedback centellinato, fino a un vero e proprio deterioramento cacofonico. “A Quiet Storm” reitera accordi funebri nei cui interstizi silenti s’inseriscono vibrato ululanti variati per piccoli sovratoni.
Un vago spirito post-rock irrora “Choke”, molto più vicino a un campione di spettro sonico che a una vera e propria composizione, in cui una distorsione drone-doom alla Sunn 0))) dischiude pulviscoli elettronici e miasmi shoegaze, e sfuma nella coda suggestiva di “All That Remains”, un rumoreggiare lontano di folate d’eco metafisico. In “Pulse/Loop”, invece, un pattern ribattente si mischia a scampoli confusi di musique concrete, mentre esalazioni eteree (lisergiche) si sovrappongono al resto quasi a creare un brano nel brano, con colpi sordi da processione gotica.
Uno degli esperimenti d’avanguardia italiana per chitarra più interessanti degli ultimi anni, è un disco idealista dove Mauri eccelle in quasi tutto, dall’istintualità elevata a composizione, all’atmosfera stemperata in passo lento, allo sguardo opportunamente distaccato con cui osserva una chitarra giocata su poche fatali varianti (tra cui gli esilissimi piatti, suonati da lui stesso).